Il gioco degli specchi

Osservazione: necessità di apprendere

 

Se non hai letto l'introduzione, leggi prima qui.

 

Leggi la prima osservazione: il fastidio.

 

Leggi la seconda osservazione: il giudizio.

 

Con il gioco degli specchi che propongo, può capitare di osservare che ciò che arriva non è tanto per dirmi qualcosa “di me”, piuttosto per portarmi qualcosa che è “per me”.

In questo caso non si tratta quindi di riconoscere qualcosa che può essere nel mio comportamento, nelle mie credenze, nelle mie abitudini.

Lo specchio mi sta mostrando qualcosa che ho necessità di apprendere.

Ad essermi di aiuto può essere una situazione o una persona.

Come sempre, ma ancor più in questo caso, è inutile accanirsi contro la situazione o la persona.

Questa ha un ruolo di messaggero. Sarebbe come aggredire il postino che mi consegna una multa...

Osservo le mie sensazioni e cerco di cogliere ciò che è utile apprendere, ciò che la vita mi chiede di affrontare. Cerco di individuare l'esperienza che è il momento di fare.

Se la cosa assomiglia a qualcosa che ho già vissuto è molto probabile che io non abbia accettato, metabolizzato, lasciato andare, questa esperienza.

Ma la vita è generosa, me ne offre ancora l'opportunità.

Se ho la testa dura, la vita deve muoversi di conseguenza. E' possibile allora che queste situazioni si ripresentino con un livello aumentato di intensità, di difficoltà. A volte, anche di dolore, purtroppo.

Che faccio, rimando un'altra volta?

Posso tenere presente un semplice principio: ciò che si presenta serve a qualcosa; ciò che non mi serve più non si ripresenterà più.

Lo specchio continuerà a dirmi a che punto è il mio percorso.

Consapevolezza e gratitudine saranno sempre di aiuto.

 

27 agosto 2018